Sandra Mondaini questa mattina è stata ricordata nella chiesa di Sagrate, la stessa di Milano Due che 5 mesi fa aveva salutato per l’ultima volta il compagno di una vita, Raimondo Vinello.
Tutto l’allestimento delle esequie, in effetti, aveva il sapore amaro del déjà vu: stesso ospedale, stessa camera ardente, stessa colonna sonora in chiesa, stesso maxi schermo con i momenti più celebri e più divertenti della carriera professionale e delle vita personale.
Nelle prime file i “parenti acquisiti” di Sandra, gli unici “di famiglia” ancora in vita: la famiglia filippina che da 19 anni viveva con loro e condivideva gioie e dolori della coppia e i nipoti di Raimondo. Questi ultimi ieri si sono pubblicamente lamentati dell’affetto e protezionismo quasi eccessivo che la famiglia asiatica aveva nei confronti della zia che l’ha quasi “isolata” da loro. Le lamentele, però, hanno tenuto a precisare che non erano di carattere patrimoniale – hanno intenzione di rispettare in toto quanto deciso dall’anziana coppia – ma semplicemente affettivo. Quello di ieri, commenta Virginia Vianello “è stato uno sfogo che non ha nulla a che vedere con questioni ereditarie. Non abbiamo nulla contro la famiglia di filippini che, riconosciamo, si sono occupati degli zii con amore e dedizione”.
Dopo le ultime esequie la bara della soubrette – attrice è stata portata a Lambrate dove sono state collocate le ceneri della madre. Paradossale, in questo caso, l’inevitabile – e si spera momentanea - ultima “casa” di Sandra Mondaini: nonostante sia l’unica e ufficiale moglie di Raimondo Vianello da mezzo secolo la burocrazia la bandisce dal cimitero romano del Verano nel quale vi è la tomba di famiglia perché il suo cognome di battesimo non è “Vianello”.
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Ma il cielo è sempre più blu...
C'è solo l'Inter!!